Non so bene come tradurre questa espressione. Classical curriculum, negli Usa, è l’etichetta che raccoglie un certo tipo di curriculum scolastico, per lo più adottato da famiglie di homeschoolers. Si tratta di un percorso formativo che si rifà alla divisione medievale degli studi nelle arti del trivio (grammatica, dialettica, retorica).
Ovviamente ci sono alcune sfumature nell’applicazione, ma possiamo schematicamente dire che i primi anni (l’equivalente delle nostre elementari) i bambini sono chiamati ad assimilare in modo massiccio la “grammatica” delle varie discipline: si può trattare delle vere e proprie regole grammaticali, delle tabelline, di formule geometriche, di periodi storici… insomma acquisire una strumentazione di base che permetta di accedere alle varie materie con competenza.
La seconda fase, quella della dialettica (diciamo approssimativamente la nostra scuola secondaria di primo grado) sfrutta la naturale propensione all’indagine razionale dei ragazzi tra i 10 e i 14 anni. Si torna sulle materie con occhio nuovo, dando particolare rilievo alla discussione, alle motivazioni dei fatti, all’indagine razionale.
La fascia di età delle superiori è invece quella in cui ci si cura dell’esposizione ordinata e articolata di conoscenze, opinioni, indagini, con un grado di approfondimento e un livello di esposizione decisamente superiori.
Spero di non aver troppo banalizzato.
In questo tipo di curriculum, contrariamente a quanto capita con l’unschooling (un curriculum più ampiamente autodiretto sulla scorta degli interessi personali del ragazzo) o con il medodo delle study units (argomenti specifici che vengono affrontati sotto tutti i punti di vista, collegando tutte le materie possibili), si dà grande importanza all’ordine in cui vengono presentati i vari argomenti (gli uni essendo “fondativi” rispetto agli altri). Altra caratteristica, in comune col metodo di Charlotte Mason, è l’uso di testi originali, di classici del pensiero, da leggersi possibilmente in lingua originale o in ottime traduzioni. Altrettanto importante è lo studio del greco e del latino, per comprendere le nostre radici culturali e anche l’etimologia del nostro linguaggio.
Non tutto mi convince di questo curriculum, soprattutto il fatto che sembra adatto in particolare a bambini con una forte propensione allo studio e alle materie intellettuali, ma trovo interessante l’idea che ai ragazzi venga proposto, ove possibile, un accesso diretto alle fonti, una capacità di studio e di comprensione che permettono di non ricorrere a un sapere pre-digerito da altri, ma che richiedano comprensione, riflessione e lavoro personale (il contrario di quel che serve, ad esempio, per rispondere correttamente alla maggior parte dei test che vengono somministrati non solo nelle scuola statunitensi, ma anche nelle scuole italiane).
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